Le tipologie individuabili nell’ambito degli archivi che non fanno capo a soggetti pubblici sono infinite, tante quante si possono immaginare le attività umane, quelle dei singoli individui e quelle delle aggregazioni che essi costituiscono.
Altrove vengono toccati i temi degli archivi di persona (vedi) e di famiglia (vedi). In questa sede si rinuncia a una classificazione sistematica, peraltro non realizzabile compiutamente, e ci si limita a presentare alcuni esempi ricavati dalla realtà degli archivi privati del Friuli Venezia Giulia; in tutti i casi si tratta di archivi il cui interesse culturale è stato dichiarato dalla Soprintendenza archivistica o in seguito ad istruttoria promossa da questa.
Un progetto dallo sviluppo pluriennale voluto dalle Assicurazioni generali e affidato a personale qualificato ha condotto la compagnia all'istituzione di un proprio Archivio storico in Trieste, luogo di fondazione e sede della direzione generale; ricognizione, selezione, restauri, riordinamento si svolgono con l’approvazione e la consulenza della Soprintendenza; data l’estensione che storicamente ebbero le operazioni della compagnia, la documentazione suscita interesse in tutta Europa. La Guida sintetica ai fondi è consultabile alla pagina dedicata agli Archivi privati, nella sezione "Enti".
Un percorso analogo è stato seguito dalle fondazioni eredi delle cessate Casse di risparmio regionali; in particolare a Udine e a Gorizia stanno prendendo forma gli archivi storici costituiti dal patrimonio documentario delle casse locali, dei monti di pietà e degli altri istituti finanziari che le hanno precedute.
Vanno spesso sotto il nome di archivi del lavoro le istituzioni che concentrano materiali documentari provenienti dai sindacati territoriali e di categoria, dalle fabbriche, da singoli militanti e lavoratori; nel Friuli Venezia Giulia esempi positivi ne sono l'Istituto Livio Saranz di Trieste, più volte beneficiario di contributi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l'Archivio storico Sergio Parenzan della CGIL goriziana, a Monfalcone, e l'Archivio storico Alessandro Vicenzini della CISL di Pordenone.
Un'operazione condotta dal Ministero sul piano nazionale, in collaborazione con l'Istituto Luigi Sturzo, è il recupero, con successiva sistemazione e affidamento a istituzioni culturali del territorio di provenienza, degli archivi della Democrazia cristiana; nel Friuli Venezia Giulia gli istituti pubblici che sono depositari di fondi documentari prodotti da organismi del partito sono l'Archivio diocesano di Concordia-Pordenone, le Biblioteche dei seminari di Udine e di Gorizia, l'Archivio di Stato di Trieste; anche archivi personali di parlamentari, sindaci ed altri esponenti democristiani stanno confluendo verso queste istituzioni. Gli strumenti di ricerca elaborati sono consultabili alla pagina dedicata agli Archivi privati, nella sezione "Enti".
Fondazioni e sodalizi con finalità culturali hanno potuto acquisire nel tempo archivi di diversa provenienza, che necessitano di essere descritti e valorizzati. Nella regione si possono citare la Società istriana di archeologia e storia patria, in Trieste, che grazie a contributi del Ministero sta procedendo a una sistemazione dell'antica e notevole documentazione in suo possesso; a Udine la Società filologica friulana; a Gorizia la Fondazione palazzo Coronini Cronberg, proprietaria di importanti archivi gentilizi.
Grazie ad un finanziamento assegnato nell'ambito dei "progetti di ricerca scientifica" della Direzione generale Archivi, nel 2017 è stato avviato il riordinamento del settore fotografico dell'archivio famigliare Coronini, di proprietà della Fondazione palazzo Coronini Cronberg.
Un contributo ministeriale concesso nel 2016 ha permesso di eseguire il riordinamento dell'archivio proprio della Società istriana di archeologia e storia patria, istituto culturale fondato nel 1884 a Parenzo e avente sede attualmente a Trieste. L'intervento è stato concluso nel 2017; gli inventari sono consultabili alla pagina dedicata agli Archivi privati, nella sezione "Enti". Un ulteriore contributo è stato concesso nel 2019 e ha permesso il riordinamento e l'inventariazione del ricco fondo dei Notai istriani, appartenente alla Società, intervento terminato nel 2020.
Nel 2016 l'intervento per il riordino dell'archivio storico del Comitato provinciale triestino dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia è risultato assegnatario di uno dei finanziamenti disponibili nell'ambito dei citati "progetti di ricerca scientifica". L'archivio comprende materiali rilevanti per la storia della Resistenza e dell'ultima fase della seconda guerra mondiale in questa regione, interessa inoltre per la conoscenza della speciale condizione politica del territorio di Trieste nel primo decennio del dopoguerra. L'emergere di ulteriore documentazione dopo la conclusione del primo intervento ha spinto la Soprintendenza archivistica a chiedere un ulteriore finanziamento per il completamento del lavoro, concluso nel 2020.
Nel 2016 la Soprintendenza ha condotto le operazioni di riordinamento dell'archivio storico della Società ginnastica triestina. Si tratta di uno tra i più antichi sodalizi sportivi italiani. Fondata nel 1863, la Società ha sempre rivestito un ruolo privilegiato anche nella vita culturale, politica e sociale della città. L'inventario dell'archivio è consultabile alla pagina dedicata agli Archivi privati, nella sezione "Enti".
Le trasformazioni istituzionali che hanno investito, in sede nazionale e locale, la Croce rossa italiana inducono a seguire con attenzione la sorte dei suoi archivi. La Soprintendenza nel 2017 ha avviato gli interventi preliminari al ricupero e alla valorizzazione del prezioso archivio del Comitato CRI di Trieste. L'intervento si è concluso nel 2018.
In particolare a Trieste, le comunità religiose non cattoliche hanno dato un’impronta alla vita sociale, economica e culturale. Mentre si sta lavorando, anche con l’apporto di archivisti provenienti dall’estero, all'archivio della Comunità serbo-ortodossa, l'archivio storico della Comunità ebraica di Trieste è stato riordinato e inventariato per conto della Soprintendenza archivistica, nell'ambito di un progetto complessivo finanziato in parte dalle leggi nazionali emanate per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano di matrice ebraica. Nel 2014 è stato portato a termine l'analogo lavoro condotto sul proprio archivio storico dalla Comunità greco-orientale di Trieste.
Data di redazione: gennaio 2013
Data di ultimo aggiornamento: novembre 2020